sabato 3 dicembre 2011

QUESTA VOLTA DO RAGIONE AL PMLI


Mi sono sempre scontrato con gli stalinisti-maoisti del 'partitino'(più che partito lo considero un movimento visto che non si presentano mai alle elezioni tranne che alcune eccezioni) Marzista-Leninista Italiano, i supermegaradicali ultramega conservatori, i superesaltati che vogliono a tutti i costi la dittatura del proletariato e sognano la rivoluzione e il socialismo(anche io ma non fino a questo punto) al più presto, ma contro il governo Monti posso fare eccezzioni.
Anche Loro si mobilitano in primissima fila come il Partito Comunista dei Lavoratori di Ferrando che ha organizzato una manifestazione per Gennaio contro questo governicchio che prevede per Lunedì aumento dell'Irpef tagli alla sanità con l'aumento dell'IVA del 2% e con altri sacrifici per le classi più deboli. Con il PMLI mi sono sempre scontrato in passato ma su alcune questioni non gli ho dato torto, anche loro si sono sempre schierati contro ogni guerra imperialista guidata dagli Stati Uniti Contro ogni dittatura nera come in Libia, hanno sempre onorato il 25 Aprile e 1° Maggio e Scuderi il suo leader e un bravo oratore ed io, anche se non condivido molte sue idee visto che è uno stalinista convinto e io sono trotskysta-gramsciano, lo considero un bravo leader.
Però parla parla contro la borghesia e contro il capitalismo ma poi? cosa fanno di concreto questi megalomani esaltati? Cosa fa di concreto questo 'partito'?

2 commenti:

  1. LE ALCHIMIE NEOLIBERISTE DEL GOVERNO MONTI

    Quella di salvare il capitalismo è un’illusione confutata storicamente, come sa qualunque maestro di scuola onesto. Il liberismo vigente negli anni Venti fallì e solo una tragedia mondiale con oltre cinquanta milioni di morti e il massiccio intervento degli Stati nell’economia permisero al capitalismo di rianimare il proprio ciclo di accumulazione. Anche se si tende a manipolarla più che a dimenticarla, questa pagina di storia è scritta nel sangue e nelle tribolazioni di un paio di generazioni. Il fatto di aver poi agganciato per qualche decennio il consenso all’amo del benessere consumistico e alle ricette keynesiane, non ha risolto per nulla le contraddizioni che stanno alla base del modo di produzione capitalistico.

    In risposta al fallimento del riformismo e dello sviluppismo, della crisi fiscale dello Stato e ad altri fatterelli ben noti, ecco allora farsi largo lo spettro del liberismo, morto ottant’anni fa e riesumato con l’impiego di filastrocche astruse dai neoguelfi di università anglofone e poi mandato a dirigere l’economia in molti paesi dell’America Latina e dell’Africa. Ora anche in Europa e negli Usa i segni della disfatta dottrinale neoliberista appaiono nell’incredulità con cui chiunque non sia un coglione accoglie la mascherata dei Chicago boys.

    Tuttavia gli spacciatori dell’oppio neoliberista hanno messo in circolazione la favoletta soteriologica che vede nell’emissione di nuova moneta la soluzione al crollo; noncuranti della lieve contraddizione, questi untori ne accompagnano anche un’altra di storiella, quella del culto della rigidità di bilancio, in carico alle classi medio-basse, che diventa fondamento della sopravvivenza del sistema.

    Anche tra i lettori di Scalfari sta affiorando una domandina gagliarda man mano che si precisano le “misure” di salute pubblica del signor Mario: quanta pelle riuscirà a levarci equamente, rigorosamente e in crescendo rossiniano prima di andare alle elezioni? Suvvia, anche lui giocherà da alchimista distillando le nostre modeste speranze, facendoci pagare oggi la caparra per il domani, dissimulando, anzitutto a se stesso, che le dottrine neoliberiste possano salvare in generale non solo il capitalismo ma in particolare un paese dominato da una classe dirigente giudicata nel suo complesso come la più retriva, corrotta e violenta dell’occidente.

    http://diciottobrumaio.blogspot.com/2011/12/alchimie-neoliberiste.html

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  2. Sempre più convinto che la verità stia a metà delle opposte concezioni della crisi.

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