lunedì 5 maggio 2014

ANTIPSICHIATRIA 35

Tratto da un post del blog Antipsichiatrico di Natale Adornetto dell'8 Aprile 2014 : Senza Futuro.
Leggere e riflettere

Sulle "Comunità" Protette Psichiatriche:

come può una persona riempita di psicofarmaci per decenni, strappata dal suo contesto di vita quotidiana e sbattuta in una delle vostre case-famiglia, che spesso hanno ben poco in comune con la presunta serenità della famiglia e moltissimo della crudeltà, della violenza e dell'abuso di potere, che sempre hanno caratterizzato le carceri e i manicomi; di vergognoso ci sono solo quegli psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, personale psichiatrico vario in genere, che permettono, e anzi quotidianamente si adoperano attivamente ed entusiasticamente perché le persone affidate alle loro cure continuino a stare male come stanno. Chi ha problemi di relazione con se stesso e con chi gli sta intorno, di tutto può aver bisogno tranne che di essere rinchiuso in un luogo isolato dal resto della società e della socialità, dove non si fa altro che ripetergli che la sua è una condizione di malato, di diverso negativo, di potenziale pericolo per la felicità e la tranquillità degli altri. Certo, ci possono essere situazioni in cui qualcuno avverte la necessità di abitare lontano dalla sua famiglia, ma la risposta a queste esigenze non può essere la detenzione psichiatrica, altrimenti si confonde LA CASA, che è un diritto di tutti e inalienabile, con la CASA DI CURA. L'ex Ministro fa notare subito che lo Stato nell'ultimo anno "ha speso mille miliardi solo per il rimborso dei farmaci"; gli farebbe più comodo che le "cure" psichiatriche fossero a carico del "malato" e della sua famiglia. A questo punto, Veronesi tenta letteralmente di indorare la pillola con espressioni toccanti: "Il malato mentale è privato del gusto e del sapore della vita, condannato a trascorrere anni e anni nella comunità senza partecipazione, senza autonomia, senza anima". Ma allora lo capisce anche lui il problema! Questa sua sensibilità verso la condizione reale del "malato mentale" ci ha piacevolmente sorpreso, peccato che venga DOPO aver parlato del disagio delle famiglie e del gravoso onere che le cure psico-farmacologiche comportano.

Centri Diurni:

...e dopo i T.S.O. e gli psicofarmaci ... eccoci alla successiva tappa del percorso psichiatrico: nel centro di terapia psichiatrica-riabilitativa capitano in queste strutture, dette intermedie (cioè a metà fra ospedali e ambulatori-casa) persone prevalentemente giovani, 18~35 anni. Dopo mesi di ospedalizzazione a volte coatta, arrivano ovviamente ben imbottite di neurolettici. Le diagnosi sono prevalentemente di: schizofrenia paranoide, psicosi maniaco depressiva, psicosi isterica, narcisismo, ebefrenia, psiconevrosi schizoide e più recentemente la nuova nata il borderline, altra sigla da appioppare tra le tante inventate dall'epoca della melancolia, che faceva tanto furore nel romantico secolo dell'invenzione dei manicomi. Le famiglie affidano così altri anni della vita dei loro figli (che in teoria sono già maggiorenni ma non pare possano disporre del diritto di sapere quali trattamenti saranno sottoposti, e questo vale anche per chi non è interdetto) alla "riabilitazione" in questi ospedali un po' ambulatori, molto stile sale d'attesa. Ovviamente si viene accettati solo se ci si adatta alle regole fra il monastico ( niente sesso per individui maschi e femmine in età giovane), il collegiale (orari e pasti uguali per tutti passati questi ultimi dalla A.S.L. con porzioni identiche sia che si pesi 45 Kg che 150 Kg, ma tanto le dosi sono quelle di una scuola materna ed a tenere belli cicciottelli ci pensa il farmaco); l'ospedaliero ( 3 letti per stanza, pochi effetti personali anche se ci si dovrà stare 5 anni; del resto pare che in questi posti si rubi molto e non sempre siano i pazienti …); il carcerario ( telefonate contate, visita della famiglia per chi ce l'ha solo il fine settimana); e il riformatoriale ( se ci si ribella o si litiga si resta in stanza a meditare sulla malefatta o si torna all'ospedale). Inizia il ricattuccio, i permessi a brevi passeggiate giornaliere con l'operatore sono concessi solo se il "giovane malato" accetta di apprendere e far sue le regole della struttura e così, a seconda del grado di docilità, e quindi dell'accresciuto consenso verso i metodi degli operatori e dei medici, il nostro "eroe" inizia il cammino verso la "guarigione". Le giornate passano ad apparecchiare sparecchiare e cucinare, per colazione pranzo e cena, a tenere puliti camere, bagni e corpi, e poi si viene controllati se si è stati obbedienti. Se lo si è stati ecco subito un " che bravo sta migliorando" ripetuto durante gli incontri del gruppo dei pazienti e in quello dei genitori ( genitori ultrasessantenni che seguono i miglioramenti dei loro bambini/burattini 30/40~enni). In psichiatria infatti magicamente la sindrome di "mangiafuoco" di cui i medici sono affetti, fa sì che i loro pazienti come Pinocchio tardino a venire considerati umani e adulti. Pinocchio vero, alla fine, ci riesce. I mentali A.S.L quasi mai. Per il resto della giornata arte-terapia, ginnastica, gruppi terapeutici, colloqui individuali. Nel gruppo si deve confessare tutto di fronte a tutti, anche gli innamoramenti che poi naturalmente vanno troncati immediatamente, pena l'espulsione e il passaggio verso altra struttura di uno dei malcapitati amanti. Per il resto del tempo tanta TV nei divanetti dei salottini, fumando le mille sigarette giornaliere nocive sì alla salute, ma necessarie a queste persone per placare lo stato di agitazione psicomotoria provocato dai farmaci. E' ovvio quindi che in questa situazione di tabagismo indotto ogni tanto qualcosa o qualcuno prenda fuoco. Questo effetto collaterale del bisogno di fumare presente in chi è stato sotto trattamento farmacologico non è riportato nei foglietti illustrativi dei farmaci ;e così molti credono che quello del tanto fumare in persone con lunghe storie psichiatriche alle spalle, sia solo vizio e debolezza, al danno la beffa. Dopo la giornata tediosa passata nella struttura che ti protegge dal mondo esterno, ma è ovvio che è il mondo esterno che vuole essere protetto da te, tutti a nanna alle 10 e zitti. E così si continua a "migliorare tanto ", cioè si finisce per accettare sempre più il ruolo di invalido mentale che la società ti ha assegnato. Se le cose non vanno in quel modo c'è il ritorno ripetuto più volte all'ospedale. Ai più bravi e fortunati si offrirà un inserimento socio-terapeutico-lavorativo di 1 anno a 5000 £ l'ora x 20 ore settimanali al max, in qualificanti lavori proposti, in genere addetto alle pulizie, e devi anche ringraziare. Dopo 1 anno, quando finisce, vai in crisi, se non ci sei già andato, perché non sai quello che farai, tentando di farti una vita indipendente con un così lauto guadagno. Se sei proprio fortunato ti prenderà una cooperativa sociale per disabili: "la miracolosa guarigione è avvenuta", anche se dosi di farmaco, dette di mantenimento , verranno prescritte x almeno 5~10 anni o per sempre, "non si sa mai dovesse ricadere" (per una giovane donna questo vuol dire non poter mai diventare mamma). Con questa spada di Damocle il più fortunato è sistemato. Chi non fa questo percorso di umiliazione-redenzione finisce di continuo all'ospedale e poi negli appartamenti "protetti" delle case-famiglia, dove insieme ad altri "casi gravi", 3 o 4, seguiti da medici operatori si macinano gli anni in attesa del 50-esimo compleanno; data in cui entri o nell'istituto per malati cronici non autosufficienti (l'ospizio, in pratica), se sei diventato docile, altrimenti nei sottoportici delle varie stazioni ferroviarie a far questua, se non sei docile e anche perché i genitori nel frattempo sono morti. Per il parentado rimasto il vero morto sei considerato tu, il pazzo di famiglia, tranne che se ti fanno assegnare un tutore o se un giudice ti dichiara incapace di intendere e volere per poter gestire la tua misera pensione di matto. Infine morirai e di te diranno "poverino, era meglio se fosse morto appena nato con quel che ci ha fatto patire". Addio matto, la vista della tua persona obesa, tremante e intontita di psicofarmaci non disturberà più le brave persone che passano per la via. Ancora una volta la società sarà riuscita ad annullare un essere umano da lei stessa avviato alla rovina. E tutti vissero infelici e scontenti.
Violetta
E spessissime volte le Famiglie dei ""malati"" ne approfittano della Psichiatria:

non si devono dimenticare gli innumerevoli casi di famiglie che SFRUTTANO il familiare "malato", facendolo dichiarare "incapace di intendere e di volere" per riscuotere la pensione di invalidità, del tutto incuranti dell'emarginazione totale e multi-sfaccettata che da un atto simile deriva per la vittima psichiatrica.

E questo e tutt'altro ancora nel blog di Natale Adornetto:

Psicologo Antipsichiatra attaccato dalle varie Associazioni Onlus Psichiatriche 

3 commenti:

  1. ma tu, hai sentito che presa per il culo ? hanno abolito la legge fini-giovanardi... e indovina a chi hanno affidato la stesura della nuova legge... ???? a giovanardi !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! come se niente fosse !!! al più ............. dei nostri parlamentari !!!

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  2. ho visto che il prof. Adornetto (blog) mandò le sue riflessioni a Ignazio Marino, allora nella commissione Sanità del Senato.. forse per seguire più da vicino di cosa parlano adesso, se toccano i temi di questo post bisognerebbe seguire un po' il link
    http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Commissioni/0-00012.htm
    (ci sono anche le mail dei vari componenti..)
    ciao

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