sabato 13 settembre 2014

ANTIPSICHIATRIA 60

I - Mastro Giovanni


Mastro Giovanni era un maestro
gigante buono e un po’ maldestro.
Mastro Giovanni mesto e giocondo
era il maestro più alto del mondo.
Mastro Giovanni era un grand’uomo
col fiocco nero e lo sguardo buono.
Mastro Giovanni era un compagno
col cuore grande e i nervi di stagno.
C’è l’assassino nella sua stanza
Mastro Giovanni stava in vacanza.
C’è l’assassino che mira al peggio
Mastro Giovanni stava in campeggio.
Ma l’assassino ha le carte in mano
Mastro Giovanni scappa lontano.
C’è l’assassino alla scrivania
Mastro Giovanni c’è la polizia.
Ci son le carte belle e firmate
Mastro Giovanni ha le mani legate.
E se lo vogliono portare
mentre saluta per sempre il mare.
Mastro Giovanni chi ti protegge
chi ti protegge dalla legge.
Mastro Giovanni era un signore
coi sogni fuori e il dolore in cuore.

II - T.S.O.


A mezzogiorno Matrogiovanni può ancora mangiare tranquillo e seduto
l’ultimo pasto sopra il lettino col cuore stretto e lo sguardo muto
all’una e mezza l’hanno sedato, l’hanno sdraiato nell’ospedale
l’hanno perduto, addormentato, questo per loro è un uomo normale.
Alle due e mezzo Matrogiovanni è già nel letto di contenzione
vigliaccamente stringono i lacci peggio che sbarre in una prigione
pare galera, scende la sera, servi villani della procedura
sono scherani, sono infermieri , sono i kapò della paura.
S’è fatta notte, s’è fatta fonda, Matrogiovanni è un nudo groviglio
di braccia e corda, smania e sprofonda dentro l’abisso, povero figlio.
povero figlio senza madri, senza più amici, messo alla gogna
spoglio, innocente, abbandonato peggio del Cristo del Mantegna.
Non passa mai questa nottata, buia e profonda non può passare
passano fuori il sole, i parenti, ma in quell’inferno non possono entrare
ti hanno infilato un pannolone, Matrogiovanni, come a un demente
e mancano ancora 32 ore, 32 chiodi fissi nel niente
Al terzo giorno s’apre per terra una pozzanghera vermiglia
il laccio stretto morde sui polsi e ferma il sangue nella caviglia
Matrogiovanni, un metro e novanta, come una quercia folgorata
non può distendere le gambe, povera carne macerata.
In fondo al sonno smania e s’inarca, cerca il respiro, schianta e soffre
e l’infermiere, con uno straccio, pulisce il sangue e poi lo offre
alla bocca nera e beante del sacco della spazzatura
getta la vita dell’uomo gigante incatenato lì alla tortura.
Col pomeriggio ritorna ancora l’ultima notte di passione
Matrogiovanni cerca il respiro, l’aria pesante si fa oppressione
l’aria che inciampa, le braccia torte, l’aria che non ce la fa a entrare
il corpo inerte firma la resa cedendo all’edema polmonare.
Sono passati 4 giorni, 4 day hospital da pazienti
di salita per il calvario per poi uscirsene coi piedi avanti
i dottori e gli infermieri che in parecchi l’hanno spento
mentre muore non c’è cane di cristiano che gli stia accanto
Non c’è dottore né infermiere, non c’è pietà e non c’è scusa
non c’è legge di Basaglia, non c’è umanità delusa
non c’è Dio, né protezione per tutta la carne reclusa
c’è solo un urlo di dolore, Mastrogiovanni è un atto d’accusa

Atto d'accusa


Il primo agli infermieri
ai servi patentati
che mai son dissidenti
non nutrono pensieri
son docili al servizio
dei sadici dottori
fanno i torturatori
per comodo o per vizio.
Secondi i sanitari
i medici aguzzini
i modici assassini
con penna e ricettario
sono i ricettatori
di case farmaceutiche
quanto alle cure mediche…
meglio gli spacciatori!
Il sindaco ha l’inchiostro
la fascia tricolore
divide in certe ore
i figli dai figliastri
gengive color sangue
su denti d’avorio
lui firma il trattamento
sanitario obbligatorio.

Poesie dedicate a Francesco Mastrogiovanni: Il sito è questo

http://www.antiwarsongs.org/canzone.php?id=37162&lang=it

Dedicata a Francesco Mastrogiovanni


 https://www.youtube.com/watch?v=jYdGMKZngIo

1 commento:

  1. molto bella questa poesia, se si può dire bella una cosa che parla di un dramma, anzi omicidio.. come quello di Mastrogiovanni..
    grazie per avermi fatto conoscere anche il link
    ciao

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