domenica 10 giugno 2007

LEV TOLSTOJ
BIOGRAFIA

Il conte Lev Nikolaevic Tolstoj nasce nella tenuta di campagna di famiglia di Jasnaja Poljana nel 1828 e qui cresce, ben presto orfano di madre, insieme ai fratelli e alla sorella; la vita della campagna russa si apre a lui sin dall'infanzia. A quindici anni legge
Voltaire e Rousseau; quest'ultimo esercita sul giovane Tolstoj una prolungata influenza. Per lungo tempo Tolstoj porterà al collo il medaglione del filosofo ginevrino. Nel 1847, dopo una bocciatura alla facoltà di lingue orientali e una svogliata frequentazione della facoltà di diritto, lascia l'università e si stabilisce a Jasnaja Poljana con l'intento di rendersi utile ai contadini. Ma, nel 1851, dopo quattro anni di tormenti e interrogativi sul senso della vita e insoddisfatto di quell'esperienza parte per il Caucaso e diventa sotto-tenente d'artiglieria: è qui che prende realmente inizio la sua attività letteraria.
Il Caucaso è all'epoca luogo di formazione e d'ispirazione per numerosi scrittori russi tra cui Lermontov alla cui prosa si avvicinano gli scritti di gioventù di Tolstoj, principalmente per le scene di guerra. L'annessione del Daghestan e della Cecenia all'Impero russo generano un conflitto con la popolazione locale, evento che l'autore descriverà nella novella I Cosacchi. A Sebastopoli durante la guerra di Crimea (in veste di comandante di divisione), si trova in uno dei più pericolosi posti della città assediata, attraente scenario da cui trae spunto un ciclo di racconti intitolato Racconti di Sebastopoli che tratta nuovamente il tema della guerra. Il modo di presentare le scene di battaglia tramite la caratterizzazione dei personaggi e di sottoporre l'intero conflitto alla lente della morale, sono una grande novità.

La prima opera pubblicata, Infanzia (1852), non ha nessun legame con il Caucaso né con la Crimea; Tolstoj racconta i ricordi d'infanzia, ripercorre scene di vita a Jasnaja Poljana. Spedisce la novella alla rivista "Sovremienik" ("Il Contemporaneo") e il direttore suo amico, il poeta Nekrasov, decide di pubblicarla subito. Da questa pubblicazione, presto seguita da Adolescenza (1854) e Giovinezza (1857), Tolstoj emerge tra gli scrittori più famosi dell'epoca. "Ecco un talento nuovo e certo", confida Nekrasov a Turgenev.

Questa trilogia va oltre la nostalgia per gli anni trascorsi, l'innocenza dell'infanzia, la freschezza delle percezioni: racchiude l'originalità delle opere postume dell'autore, principalmente l'inclinazione all'autoanalisi. Sin da giovane Tolstoj stabilisce un programma per lo sviluppo delle sue capacità intellettuali e morali con lo scopo di operare sempre verso il bene. A diciannove anni scrive un diario (che durerà tutta la vita, lungo migliaia di pagine) in cui analizza e critica ogni sua azione e riflessione.
Nonostante le profonde crisi che modificheranno a più riprese la sua evoluzione, l'utopia personale diventa presto chiara: soltanto il perfezionamento morale e individuale riesce a combattere il male e la menzogna, meglio di qualsiasi riforma sociale poiché la società corrompe l'uomo. Nel 1856, dopo aver spinto all'estremo questo paradosso, si avvicina a un gruppo di teorici dell'arte per l'arte; l'anno successivo visita la Svizzera, la Francia, la Spagna e scrive inoltre Lucerna, Alberto e tre Morti. Rimane colpito dalla democrazia che regna in Europa Occidentale facendo il confronto con la Russia, ma presto vede il rovescio della medaglia, i lati negativi del progresso. Il ritorno a Jasnaja Poljana avviene poco prima dell'emancipazione dei servi.
Nel 1859, Tolstoj è sull'orlo di una crisi: l'uscita di Felicità familiare, racconto dal titolo ironico in cui si azzarda ad esprimere il proprio ideale di vita tranquilla in campagna (dove crede possibile poter operare il bene), lo vede in realtà insoddisfatto a tal punto da affermare, il 9 ottobre: "Ora non valgo più nulla come scrittore. Non scrivo; non ho più scritto sin da Felicità familiare e temo che non scriverò più."
Si consacra così, dal 1859 al 1862, alla fondazione di una scuola per i figli dei contadini di Jasnaja Poljana.
Durante gli anni delle riforme contadine diventa giudice di pace e in svariate controversie svolge il ruolo di intermediario tra nobili e contadini.
Nel 1862 sposa Sonja Andreevna Bers; prima del matrimonio rischia di provocare una rottura facendole leggere il diario allo scopo di non nasconderle il suo passato amoroso. Più tardi, su consiglio del marito anche Sonia terrà un diario quasi esclusivamente dedicato alla loro relazione. I coniugi si mostrano a vicenda i rispettivi diari e Tolstoj prende nota delle annotazioni di lei. Nonostante una vita coniugale non proprio felice, Sonja Andreevna, resterà molto legata a Lev e alla propria famiglia e non esiterà a recarsi fino a Mosca presso lo Zar per perorare la sorte dei libri di Tolstoj sotto censura; lui rimane invece deluso dalla vita coniugale, la quale, implicando i concetti di proprietà e avidità contraddice la propria visione del mondo.
Negli 1880 Tolstoj entra di nuovo in una grande crisi spirituale, che descriverà nella prosa La
Confessione. Dichiara: «Ho completamente rotto con la vita del mio ambiente». In effetti si mette a lavorare la terra, rinuncia ai propri beni, reputando che il rinnovamento del mondo non possa avvenire che attraverso il lavoro manuale e individuale, predica la non- violenza e non lascia più Jasnaja Poljana. In una delle ultime opere Chadzi-Murat (1896-1904) che vedrà la luce
postuma nel 1912 ritorna ai ricordi del Caucaso. La sua ricerca della verità lo induce a fuggire dalla casa e dalla moglie e a prendere il treno nell'intenzione di partire per il Caucaso, ma cade gravemente malato e muore in una stazione di campagna ad Astopovo il 7 novembre 1910. I suoi funerali si trasformarono in un manifestazione nazionale a cui accorreranno decine di migliaia di persone giunte da tutto il Paese.

Tuttavia il 24 febbraio 1901 il Santo Sinodo russo scomunicherà Tolstoj come eretico ed ateo.

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