lunedì 23 giugno 2008

SUL FASCISMO
Antonio Gramsci credeva fortemente nella crisi e nella caduta del regime fascista che in Italia era sempre più imminente.
"Il regime fascista muore perché non solo non è riuscito ad arrestare, ma anzi ha contribuito ad accelerare la crisi delle classi medie iniziatasi dopo la guerra. L'aspetto economico di questa crisi consiste nella rovina della piccola e media azienda il monopolio del credito, il regime fiscale, la legislazione sugli affitti hanno stritolato la piccola impresa commerciale e industriale: un vero e proprio passaggio di ricchezza si è verificato dalla piccola e media alla grande borghesia L'apparato industriale ristretto ha potuto salvarsi dal completo sfacelo solo per un abbassamento del livello di vita della classe operaia premuta dalla diminuzione dei salari, dall'aumento della giornata di lavoro La disgregazione sociale e politica del regime fascista ha avuto la sua piena manifestazione di massa nelle elezioni del 6 aprile. Il fascismo è stato messo nettamente in minoranza nella zona industriale Le elezioni del 6 aprile segnarono l'inizio di quella ondata democratica che culminò nei giorni immediatamente successivi all'assassinio dell'on. Matteotti le opposizioni avevano acquistato dopo le elezioni un'importanza politica enorme; l'agitazione da esse condotta nei giornali e nel Parlamento per discutere e negare la legittimità del governo fascista si ripercuoteva nel seno dello stesso Partito nazionale fascista, incrinava la maggioranza parlamentare. Di qui l'inaudita campagna di minacce contro le opposizioni e l'assassinio del deputato unitario"
Dopo l'omicidio di Giacomo Matteotti Antonio Gramsci attacca duramente Benito Mussolini e il fascismo(Nonostante le grandi divisioni che c'erano tra le file degli antifascisti) e accusa i fascisti di aver progettato e compiuto l'omicidio(compiuto da un gruppo di squadristi fascisti) del deputato del Partito Socialista Italiano.
"Il delitto Matteotti dette la prova provata che il Partito fascista non riuscirà mai a diventare un normale partito di governo, che Mussolini non possiede dello statista e del dittatore altro che alcune pittoresche pose esteriori; egli non è un elemento della vita nazionale, è un fenomeno di folklore paesano, destinato a passare alla storia nell'ordine delle diverse maschere provinciali italiane"

6 commenti:

  1. Infatti quella canzone, che tra l'altro fu scritta almeno 9-10 anni fa si adatta perfettamente alla realtà attuale.. E' bello vedere che ci sono ancora tanti gruppi impegnati nel sociale che cercano di far capire alla gente qualcosa.

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  2. Proprio così, solo che tanti fascisti e non solo essi, non lo sanno o non gliene importa un fico secco. Cari saluti.

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  3. Sempre corretti e lungimiranti gli scritti di Gramsci restano attuali anche oggi,basterebbe cambiare qualche nome e qualche termine per ritrovarci nell'oggi.Ti voglio ringraziare anche per il post dove riproponi la canzone del "maestrone"
    che fu allora un nostro cavallo di battaglia per noi"giovani musici" di Piazza Maggiore a Bologna.Che tempi meravigliosi!

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  4. Certo, SAR, perchè i fascisti nel sociale non si impegnano! Casa Pound, Casa d'Italia, la Comunità Popoli...tutte stronzate, vero?

    Comunque ne approfitto anche io per ricordare un grande uomo come Gramsci.

    Nel settantesimo della morte di Antonio Gramsci, vogliamo dedicare queste poche righe alla memoria di un uomo che seppe vivere e morire per le sue idee.

    Non ci riferiamo ad Antonio, il pensatore e leader comunista, ma a suo fratello Mario dimenticato da tutti perché ebbe la sventura di vestire la camicia nera.

    Più giovane di dodici anni, Mario Gramsci aderì al fascismo al ritorno dalla prima guerra mondiale che combatté con il grado di sottotenente. A nulla valsero i tentativi del fratello Antonio di convincerlo ad abbandonare la fede fascista per aderire a quella comunista, non ci riuscirono neppure le bastonate dei compagni che lo ridussero in fin di vita.

    Fu il primo segretario federale di Varese, volontario per la guerra d’Abissinia e combattente nel ’41 in Africa settentrionale.

    Dopo l’8 Settembre ’43, quando l’Italia si svegliò col fazzoletto rosso attorno al collo e la bandierina americana in mano, Mario Gramsci, invece di gettare la sua divisa come fecero molti suoi coetanei, continuò a combattere. Ma lo fece dalla parte sbagliata, dalla parte dei perdenti. Aderì infatti alla Repubblica Sociale Italiana.

    Fatto prigioniero, fu torturato per fargli abiurare la sua fede fascista. Poi fu deportato in uno campo di concentramento in Australia dove le durissime condizioni di detenzione riservate ai militari fascisti non renitenti, cominciarono a minare la sua salute.

    Rientrò in Patria sul finire del ’45 e subito dopo morì in un ospedale di terz’ordine attorniato solo dall’affetto dei suoi cari.

    Andò sicuramente meglio al celebre fratello Antonio che quando si ammalò in carcere, a causa di una malattia contratta da adolescente, fu scarcerato e, da uomo libero, poté curarsi a spese del Regime in una famosa clinica privata.

    Non pretendiamo che Mario Gramsci sia ricordato alla stregua del fratello maggiore a cui, giustamente, sono dedicati libri e intitolate piazze - perché al di là del giudizio storico rimane un grande del novecento – ma un piccolo pensiero, crediamo, lo meriti anche lui.

    Con Mario Gramsci vogliamo onorare tutti fratelli “minori”, come il fratello di Pier Paolo Pasolini ucciso dai partigiani comunisti. Dimenticati, questi fratelli d’Italia, perché caddero dalla parte sbagliata.

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  5. Cosi dicendo caro Stefano stai dando dei traditori(indirettamente) a persone che hanno combattuto gli invasori nazisti e la tirannia fascista , persone che hanno combattuto e sono anche morte per la patria e non hanno combattuto al fianco dei nazisti invasori(come invece hanno fatto i fascisti che erano loro alleati durante la resistenza e molti soldati repubblichini presero gli ordini dai tedeschi) oltre a permettere ai nazisti di invadere il suolo italiano.
    La guerra d'Abissinia, la squallida invasione(E questo solo per espandere l'Impero) della terra Etiope in cui tanti soldati italiani, le camicie nere e i mercenari etiopi al soldo dei fascisti si sono macchiati di crimini atroci massacrando anche i civili etiopi saccheggiando la Loro terra come, per esempio, portando a Roma l'obelisco di Azum poi tornato in terra etiope tramite degli accordi tra Italia ed Etiopia)

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  6. E con ciò cosa vuoi dire?
    Che la fine di Gramsci (MARIO) e di tutti i repubblichini, fucilati o massacrati senza un giusto processo o per il solo fatto di non aver cambiato idea dopo l'8 settembre ed essere rimasti fedeli alle loro idee, è stata una fine giusta e meritata?
    Spero che tu ti renda conto della gravità di un'affermazione simile.
    Chi si è macchiato di crimini, con la divisa SS o con la camicia nera, è stato perseguito a norma di legge da un tribunale speciale. Norimberga. Mai sentito?
    Chi con un fazzoletto rosso al collo ha massacrato anche a guerra FINITA (Pansa docet) gente solo perchè si rifiutava di indossare lo stesso straccio rosso, l'ha passata liscia.
    Ma questa è una discussione che abbiamo già fatto sul mio blog credo. E credo di essere stato abbastanza esaustivo riportandoti soprattutto le parole di gente di sinistra.

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