Intervento di Giuseppe Bucalo sui maltrattmaneti sempre più in aumento nelle cliniche e centri diurni psichiatrici
Si susseguono nell'ultimo periodo, da nord a sud, le denunce di abusi,
violenza e maltrattamenti sugli ospiti di strutture socio-riabilitative
da parte del personale delle stesse. Decine gli operatori inquisiti e le strutture poste sotto sequestro.
L'occhio impietoso delle telecamere piazzate dalle forze dell'ordine,
rivelano ogni sorta di violenze e inchiodano gli operatori alle loro
responsabilità. Unanime lo sdegno e la condanna dell'opinione pubblica
... ma, oltre che tardivi, fortemente ipocriti.
Strutture e
operatori infatti, al di la, delle responsabilità dirette e personali,
sono investiti dalle famiglie e dalle comunità del compito di far
sparire e trattenere persone, volontariamente o involontariamente
divergenti, ingestibili e disturbanti.
Potremmo dire che fanno il loro sporco lavoro per noi, per il nostro equilibrio e per la nostra pace. Sta qui l'ipocrisia.
Un'ipocrisia tanto più intollerabile quanto più viviamo da anni sulla
nostra pelle l'ostracismo di comunità e famiglie che ci rimproverano di
non fare, come associazione Penelope, il nostro dovere, di non essere
preparati o adatti ad accogliere le persone che accogliamo. E tutto ciò
solo perché accogliamo (ma sarebbe meglio dire diamo "rifugio") a
persone che sono prive (o vogliono fare a meno) di qualsiasi supporto
familiare o sociale. Lo facciamo nel rispetto della loro libertà di
movimento e di scelta. Facciamo, cioè, l'esatto contrario di quello che
accade in queste strutture "accreditate" e da parte di operatori
qualificati, spesso, finanziati dall'ente pubblico.
Ebbene, la
stessa opinione pubblica che oggi si scaglia contro le case lager e gli
operatori aguzzini, ci chiede ogni giorno a gran voce di tenere chiuse,
sotto controllo e/o a far sparire persone che disturbano il tran tran
quotidiano.
Opinione pubblica che fa finta di non sapere che per
trattenere qualcuno e limitarne la capacità di agire, certamente non si
usano gentilezza e amorevolezza, ma spesso violenza e minaccia (o
massicce dosi di farmaci). Se poi si somma a questo che le persone
accolte sono spesso accusate di essere "malate di mente" (il che
significa persone a cui non dare credito): il cerchio si chiude e
l'abuso è servito su un piatto d'argento (e la violenza rimborsata con
laute rette regionali).
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